Il nickel (o nichel) è un oligoelemento presente un po’ ovunque: nel terreno, nell’aria, nell’acqua. E’ in gran parte utilizzato per la produzione di acciaio Inox dal quale ne derivano apparecchiature varie, tegami e porte ecc. Presente anche nei coloranti per oggetti di vetro, in tinture per capelli e cosmetici.
Molti cibi contengono nickel, sia perché alcuni ne sono particolarmente ricchi sia perché viene trasmesso dai contenitori in cui sono conservati. L’introito medio con la dieta è di 300-600 μg al giorno. Il fabbisogno giornaliero sembrerebbe essere intorno ai 25-35μg ma il ruolo del nickel nelle funzioni biochimiche non è chiaro. Il contenuto di nickel nei vegetali è quattro volte superiore a quello dei prodotti animali ed è fortemente influenzato dalle concentrazioni del metallo nel terreno, varia da luogo a luogo con un aumento della concentrazione in primavera e in autunno.
L’assunzione dietetica giornaliera pertanto cambia a seconda della quantità del consumo di vegetali e alimenti di origine animale.
Il nickel è la causa più frequente di allergia ai metalli; produce dermatite allergica da contatto. Le mani sono le sedi più comunemente colpite per la dermatite nickel sistemica. Tuttavia, altre zone del corpo possono essere interessate. Più sensibili le donne (circa il 10%) rispetto agli uomini. Sono colpite tutte le fasce di età ed è più presente in alcuni ambiti professionali fra cui i parrucchieri in cui il tasso di prevalenza si aggira intorno al 27-38%.

Sono stati condotti studi sugli apparecchi ortodontici ma la misura in cui possono causare allergie da contatto dovuta al rilascio di nickel è ancora controversa, si può presumere che gli apparecchi ortodontici non rilasciano valori significativi di nickel tali da essere un fattore di rischio per la salute del paziente.
Il grado e il modello di allergia al nickel varia:

  • Alcune persone presentano dermatiti anche dopo brevi contatti con oggetti contenenti nickel, mentre altre sviluppano allergia solo dopo molti anni di contatto.
  • Alcune persone sviluppano eczema, spesso molti anni dopo la sensibilizzazione primaria. Può essere dovuto al contatto continuo con detergenti, monete e altri oggetti che contengono nickel.

Del nickel ingerito con la dieta solo un 1-10% viene assorbito. Non è significativamente accumulato in nessuna parte del corpo anche se Tiroide e Surreni hanno concentrazioni di nickel particolarmente elevate rispetto ad altri organi.
L’accurata selezione di prodotti alimentari con una concentrazione di nickel relativamente bassa, può comportarne la riduzione della assunzione dietetica giornaliera e pertanto, una buona conoscenza della presenza di nickel negli alimenti è utile per la gestione di allergia a questo oligoelemento.

RACCOMANDAZIONI DIETETICHE GENERALI

  • Ridurre al minimo gli alimenti contenenti nickel
  • Valutare con il medico curante la necessità di supplementazioni vitaminiche

I tre capitoli che seguono indicano gli alimenti non consentiti, consentiti con moderazione e quelli consentiti e consigliati in caso della patologia indicata. Nel seguire le indicazioni si deve però tenere conto che, per ottenere una corretta ed equilibrata alimentazione che fornisca all’organismo tutti i nutrienti di cui necessita, occorre assumere la giusta quantità (porzione) dell’alimento e rispettare le frequenze con le quali alcuni alimenti debbono essere consumati, giornalmente o settimanalmente, all’interno di uno schema alimentare personalizzato. L’alimentazione della giornata deve rispettare il bilancio energetico di ciascuno e l’energia introdotta deve essere uguale a quella spesa per non aumentare il rischio di sovrappeso, obesità ma anche di malnutrizione.

ALIMENTI NON CONSENTITI
Allo scopo di evitare carenze nutrizionali, è opportuno che venga valutata con il medico la tollerabilità individuale e l’effettiva necessità di eliminare dalla dieta gli alimenti sottoelencati. Per la re-introduzione degli alimenti chiedere supporto ad uno specialista.

Alimenti ricchi in nickel

  • Cacao e cioccolato
  • Semi di soia
  • Farina d’avena, farina di mais, farina integrale
  • Noci, mandorle
  • Legumi freschi e secchi
  • Rabarbaro, cipolle, spinaci, asparagi, pomodori
  • Margarina
  • Pere
  • Lievito in polvere
  • Liquirizia
  • Cibo in scatola
  • Bevande contenenti nickel (controllare l’etichetta)
  • Integratori contenenti nickel (controllare l’etichetta)
  • Pesci quali tonno, aringhe, salmone, sgombro
  • Crostacei

ALIMENTI CONSENTITI CON MODERAZIONE

  • Cavolfiore, cavolo, lattuga, carote
  • Riso raffinato, farina bianca
  • Marmellata
  • Vino, birra
  • Caffè
  • Frutta fresca (escluse le pere)
  • Alimenti aciduli in genere perché possono portare alla dissociazione del nickel dagli utensili e possono aumentare il contenuto di nickel del cibo.

ALIMENTI CONSENTITI E CONSIGLIATI

  • Carne e pollame scelte nelle parti più magre e private del grasso visibile.
  • Uova
  • Pesci freschi o surgelati ad eccezione di quelli precedentemente citati.
  • Formaggi freschi e stagionati come ad esempio il Grana Padano, un alimento che aiuta a completare il fabbisogno di nutrienti essenziali perché ricco di proteine ad alto valore biologico, di calcio e altri importanti minerali, vitamine come quelle del gruppo B e la B12, antiossidanti come la vitamina A totalmente biodisponibili.
  • Latte e i suoi derivati (ricotta, yogurt).
  • Verdura. Ad esclusione di quella precedentemente citata
  • Cereali. Ad esclusione di quelli precedentemente citati. Anche le patate sono consentite e rappresentano valida alternativa al primo piatto
  • Olio extravergine di oliva a crudo nella giusta quantità per condire gli alimenti.
  • Acqua, almeno 2 Litri di liquidi al giorno (preferibilmente acqua oligominerale naturale)

CONSIGLI COMPORTAMENTALI

  • Uso di pentole smaltate, in vetro, alluminio, vetroceramica.
  • Chi soffre di dermatiti da contatto deve evitare di indossare indumenti o gioielli che contengono nickel e deve porre particolare attenzione alla bigiotteria, usare quella esente da nickel (bracciali, orecchini, collane, orologi, occhiali..)
  • Evitare il contatto della pelle con le parti metalliche degli indumenti come cerniere, bottoni.
  • Attenzione alle tinture per capelli “fai da te” e agli smalti, spesso contenenti nickel
  • Leggere le etichette dei prodotti come creme e saponi: alcune linee specifiche hanno eliminato il nickel dal ciclo produttivo. Tuttavia, quando si prova un prodotto nuovo è sempre meglio fare un piccolo test in una zona poco esposta per essere sicuri.
  • Maneggiare le monete per lo stretto necessario
  • Non fumare: fumando, il nickel viene a contatto della bocca, ma anche dell’apparato respiratorio e in breve tempo di tutto il circolo sanguigno.
  • Abbandona la sedentarietà, abituati a camminare o pedalare tutti i giorni per almeno 40 minuti al dì. L’attività fisica migliora l’umore, dà vantaggi alla salute oltre che alla forma fisica.

CONSIGLI PRATICI

  • Si può verificare un accumulo di nickel nelle tubature dell’acqua durante la notte; pertanto la prima acqua che esce dal rubinetto la mattina non deve essere bevuta o usata per cucinare.

Avvertenze
I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e non debbono essere considerati sostitutivi delle indicazioni del medico, in quanto alcuni pazienti possono richiedere adattamenti della dieta sulla base della situazione clinica individuale

Autori
Prof.ssa Francesca Pasqui, Corso di Laurea in Dietistica, Università di Bologna
Dott.ssa Laura Iorio, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione

Negli ultimi anni vi è un notevole aumento di casi di intolleranza e di allergia al nichel e, al di là dell’allergia da contatto (che è la situazione più nota), i cibi hanno una loro importanza nel determinare l’insorgere di tali problemi.  Il nichel, come solfato, è presente in moltissimi alimenti tra i quali lenticchie, fagioli, cacao, nocciole e liquirizia per citare quelli che ne contengono una buona quantità; poi ci sono molte verdure e frutti come asparagi, spinaci, cipolle, funghi, kiwi, pomodoro che comunque ne contengono quantità significative. Questo metallo in realtà è presente un po’ dovunque, anche nell’acqua del rubinetto, negli alimenti industriali come merendine e pani di vario genere, nel fumo di sigaretta. Nel caso di vera e propria allergia conclamata può essere necessaria l’astensione completa dal metallo; invece, in presenza di intolleranza spesso si giunge a un netto miglioramento dei sintomi con una dieta di eliminazione, che evita tutti gli alimenti a più alto contenuto di nichel, e a seguire con una dieta di rotazione dei cibi. Seguici…

Come si manifesta l’allergia al nichel
I sintomi più comuni sono: dermatiti e pruriti, anche da contatto; afte o infiammazioni di bocca e gengive; gonfiori addominali; malessere generale; stanchezza; nausea; mal di testa; sovrappeso. I sintomi, che si possono sviluppare nel tempo, sono determinati anche dalla quantità di nichel che l’organismo ingerisce o con cui viene a contatto.

A cosa è dovuta
Può comparire quando si tocca un oggetto che contiene nichel: cerniere e bottoni, bigiotteria, orologi, chiavi, accendini, occhiali, monete, targhette, manici degli ombrelli, utensili da cucina, lavelli, aghi, forbici e ditali, fermacarte, sedie di metallo, maniglie delle porte, tinture per capelli e liquidi per la permanente; cosmetici che contengono avena. Alla lista vanno però aggiunti anche molti alimenti di uso comune che, includendo piccole quantità di nichel (nichel solfato), possono scatenare oppure aggravare i sintomi. Tra i cibi sotto accusa ci sono cacao, liquirizia, lenticchie, nocciole e fagioli che ne forniscono dosi maggiori rispetto ad altri alimenti dove il nichel è presente solo in tracce.

Vuoi sapere se sei allergico al nichel? Fai così…
Prendi una moneta da un euro e ponila tra il braccio e l’avambraccio, nella parte interna, tenendola ferma in loco con un cerotto anallergico. Dopo 48 ore togli cerotto e moneta: se si è formato un pomfo, ci sono buone probabilità che tu sia allergico al nichel. Rivolgiti quindi al medico per effettuare gli esami del caso.

CIBI NO
Pomodoro; cacao in polvere, cioccolato fondente e al latte; noci, nocciole, noccioline, noci Pecan, arachidi, mandorle e frutta oleosa in genere; liquirizia; tè nero; mais in chicchi (prodotti da farina di mais con moderazione), avena, grano saraceno, pane integrale di frumento, miglio; birra chiara; fegato di manzo; aringhe affumicate, cozze, ostriche e tutti i crostacei; kiwi, pere, prugne, uva e uva passa; soia e derivati; piselli, lenticchie, lattuga, fagioli, fagiolini, cipolle, asparagi, spinaci; funghi; cibi di origine industriale, soprattutto se contengono “oli vegetali idrogenati” e cibi in scatola.

CIBI Sì
Sono consentiti, con moderazione: cavolfiore, cavolo, cetrioli, zucca, zucchine; carote; senape; riso brillato, farina 00, gallette di riso; frutta (eccetto kiwi, pere, prugne, uva e uva passa); marmellata (purché fatta in casa e cotta in pentole di alluminio); caffè; tè verde; olio d’oliva; uova. Sono consentiti in quantità libere: carne; pesce (eccetto aringhe affumicate, cozze, ostriche e crostacei); latte e derivati (burro, formaggi, yogurt); patate. Per cuocere i cibi sono indicate le pentole di ghisa, di alluminio anodizzato oppure di acciaio inox garantito senza nichel.

Un integratore utile: l’olio di perilla, che agisce come anti allergico e non ha effetti collaterali La Perilla (Perilla frutescens) è una pianta della tradizione fitoterapica cinese e giapponese, usata da anni nella medicina popolare di tutto il Sud-Est asiatico. Ha una spiccatissima attività naturale come coadiuvante nel prevenire e normalizzare le reazioni allergiche, grazie probabilmente alla presenza di componenti (i flavonoidi) in una forma particolare. Se ne prendono 2 perle, 2-3 volte al dì.